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| Foto: Gabriela Biló / Futura Press |
A pochi giorni dalla sentenza di condanna di 25 poliziotti per il massacro nel carcere di Carandiru, San Paolo (alti 23 sono stati condannati ad aprile ed altri 31 sono in attesa di sentenza), del 1992 dove rimasero uccisi 111 detenuti, nuovi disordini si sono verificati proprio in questo stato brasiliano.
Ieri sono infatti scoppiate rivolte in 2 carceri minorili nella periferia di San Paolo, il Fundacao Casa e il Vila Leopoldina.
Nel primo caso sono evasi 59 giovani detenuti sotto gli occhi delle telecamere che li hanno ripresi a scendere da una palma posta a ridosso delle mura esterne del penitenziario. I rivoltosi hanno ferito gravemente il direttore del carcere e sequestrato una trentina di persone.
Nel secondo caso sono stati presi in ostaggio 12 persone, ma non si hanno notizie di evasioni.
In Brasile la stampa (e la Tv) spettacolarizza molto la cronaca, e sembra una normalità intervistare i poliziotti nel mentre ammanettano il "vagabundo" di turno e lo mettono nel bagagliaio del suv della ronda... si si, gli arrestati non vengono comodamente messi seduti sui sedili posteriori stando attenti che non picchino la testa, ma cacciati in qualche modo nel baule.
Immagini di interrogatori, immagini di morti ammazzati (ecco un video di esempio).. noto quasi una sorta di abitudine di molti brasiliani alla violenza, soprattutto tra i più poveri. Spesso capitano infatti linciaggi di criminali (o presunti tali) colti sul fatto... la primavera brasiliana lamenta anche questo. La soluzione c'è ed è solo una: PIU' EDUCAZIONE, PIU' SCUOLA!
La stragrande maggioranza dei detenuti sono giovanissimi e l'analfabetismo sfiora il 30% della popolazione (solo il 26% della popolazione si può dire pienamente alfabetizzato).
Le radici della violenza di questo paese stanno nell'ignoranza e nella bassa cultura di ancora troppe fasce di popolazione.. ma il Brasile si muove a passi da gigante anche su questo fronte (almeno spero!).
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